Il Pasquino, una figura malconcia e senza braccia, è la statua parlante più famosa di Roma. Durante il XVI secolo, quando non esistevano vie sicure per esprimere dissenso, un sarto del Vaticano di nome Pasquino iniziò ad attaccare foglietti alla statua con versi satirici che deridevano la Chiesa e l'aristocrazia. Ben presto, altri si unirono e, con la diffusione del fenomeno, iniziarono a comparire statue parlanti in tutta la città. Oggi la scultura è fuori dalla portata dei romani scontenti, ma c'è una comoda bacheca accanto alla quale le persone continuano a lasciare messaggi, tradizionalmente conosciuti come pasquinate.
Questo luogo di interesse storico offre un'interessante finestra sul passato di Roma e sulle dinamiche sociali e politiche dell'epoca. La pratica delle pasquinate ha contribuito a creare uno spazio di espressione per le opinioni contrastanti e a sottolineare il potere della satira nel contesto culturale romano. La statua di Pasquino e le tradizioni ad essa collegate sono un riflesso della vivace vita intellettuale e artistica che caratterizzava la Roma rinascimentale, offrendo agli visitatori un'occasione unica per immergersi nella storia della città.
Inoltre, il Pasquino rappresenta un punto di riferimento significativo per coloro che desiderano esplorare gli stratagemmi dell'espressione politica e sociale in un contesto storico. La presenza di questo monumento e della sua bacheca adiacente offre un'opportunità per i visitatori di cogliere l'essenza della libertà di espressione in un contesto antico e di apprezzare come forme di critica e satira siano sempre state presenti nella società romana.